La vita di Krystyna Żywulska

Krystyna Żywulska (1914-1992, il cui vero nome era Sonia Landau), ebrea polacca, nativa di Łódź.
Dopo l’occupazione tedesca, Sonia Landau finì con la sua famiglia nel ghetto di Varsavia. Ma nel 1942 decise di passare all’azione: fuggì dal ghetto, adottò un’identità falsa (Zofia Wiśniewska) nella “parte ariana” della città e quindi si unì alla Resistenza. Catturata nel 1943, fu identificata come prigioniera politica, e non come ebrea, perché diede false generalità assumendo il nome che poi avrebbe successivamente conservato, Krystyna Żywulska.


Internata comunque ad Auschwitz–Birkenau (Brzezinka), fu lì che cominciò a scrivere poesie che subito di diffusero di bocca in bocca tra i prigionieri polacchi del campo. Ad una di queste poesie, “Apel” (“L’appello”), Krystyna Żywulska dovette letteralmente le vita: un prigioniero di lungo corso, ben posizionato, fu colpito da quei versi, cercò l’autore e così salvò l’ormai quasi moribonda Krystyna facendola trasferire all’“Effektenkammer kommando”, il magazzino dove venivano raccolti gli effetti personali confiscati ai nuovi arrivati. La vita era molto meno dura di quella riservata agli altri prigionieri, costretti nelle squadre di lavoro all’aperto. Krystyna Żywulska si riprese e potè continuare a descrivere la vita e la morte nel campo attraverso le sue poesie, alcune delle quali furono anche messe in musica e rappresentate nel corso di un cabaret satirico clandestino allestito dai prigionieri nel grande magazzino. Una di queste, composta alla fine del 1944, s’intitolava “Marsz o Wolnosci” (“La marcia della libertà”) e fu intonata dai prigionieri, Żywulska compresa, quando nel febbraio del 1945 furono costretti ad evacuare il campo nell’imminente arrivo delle truppe sovietiche.

Opera russa basata su un libro Sono sopravvissuta ad Auschwitz di Krystyna Żywulska


La Żywulska sopravvisse anche a questa marcia della morte e nel dopoguerra mise su famiglia e continuò a scrivere memorie (“Przeżyłam Oswiecim”, “Sono sopravvissuta ad Auschwitz”), poesie e canzoni (era anche compositrice), alcune delle quali divennero popolari in Polonia negli anni 50 e 60. (fonte: ”Krystyna Zywulska. The Making of a Satirist and Songwriter in Auschwitz-Birkenau is Discovered Through Camp Mementos., di Barbara Milewski, Assistant Professor of Music presso Swarthmore College, Pennsylvania, USA.)

dicitura: Bernart Bartleby – 2015/5/5 – 09:57, origine: antiwarsongs.org

Opera americana sulla vita di Krystyna Żywulska.